閒聊
Capire i propri limiti non è difficile
Un post insolito dove parlerò un po' di me.
Premetto che con le parole non sono mai stata brava ad esprimermi quindi farò presto.
Nella realtà io sono una persona molto timida con il resto del mondo mentre con i miei amici il completo opposto.
Non mi piace vantarmi dei miei pregi, odio lamentarmi tranne che con i miei amici, e una cosa che sento di provare sempre di più è la mia mediocrità e il disagio nella società in cui vivo.
Io le maggior parte delle cose che so fare bene le ho iniziate da autodidatta appena adolescente, perché da sola ho sempre trovato l'atmosfera giusta per fare le cose come volevo senza preoccuparmi di altro.
Il pianoforte era una vocazione più che un obiettivo, sentivo che quello strumento mi chiamava e così iniziai a suonarlo ascoltando i cd di classica senza sapere nulla a parte la musica che sentivo.
Intuii la lettura dello spartito senza che nessuno mi diceva come fare, e al tempo internet era ancora cosa lontana quando iniziai, quindi non potei contare su di esso.
La mia professoressa delle medie era estasiata da me e mi decantava per la scuola come se fossi il nuovo mozart.
al tempo mi piaceva molto suonare il pianoforte e detestavo gli esercizi di tecnica perché li trovavo inutili quando potevo suonare quello che più mi piaceva.
il problema arrivò quando iniziai a frequentare un corso di pianoforte spinta dai tanti complimenti che ricevetti durante quel periodo.
Per carità il mio maestro era bravissimo, nulla da dire a riguardo, il problema era l'affinità tra noi due che diciamolo, non era proprio delle migliori.
tutto ciò che facevo, dalla postura all'esecuzione del brano, non era corretta anzi era tutto da risistemare.
la posizione delle mani poste piatte e poco affusolate, dei tempi che mi inventavo o non rispettavo come scritto sullo spartito.
Era umiliante, ogni giorno suonavo il pianoforte con ansia e complessi di inferiorità, mi dissi che la gente non capisce niente e che i loro complimenti erano fuorvianti.
Da quel giorno io iniziai a suonare sempre più con la sordina, perché volevo che il mio suono raggiungesse meno orecchie possibili, per carità a me piace comunque il pianoforte, ma sentendomi così mediocre smisi di suonare a modo mio e suonai cercando di leggere lo spartito con il risultato che sbaglio più note rispetto a quando si, il tempo non era perfetto, ma almeno la suonavo completa.
Tutto questo discorso per dire cosa? che da quel giorno evitai come la peste corsi di cose che mi piacevano.
Mi piace il giapponese? me lo studio da sola, mi dissi.
Per l'informatica ho fatto un anno di università e ho imparato di più su internet che a lezione dove il professore o non c'era o spiegava in linguaggio macchina...
E qui arriviamo al tasto dolente, la scuola di disegno.
Come potete immaginare ho ricevuto più volte complimenti di come ero brava a disegnare e di come avessi imparato tutto da sola, ma stavolta non mi feci fregare, io alla scuola di disegno non volevo andarci, e poi non mi sentivo poi così brava, ci sono persone che disegnano molto meglio di me e di certo io non sono un elemento che spicca tra gli altri del settore. (inoltre costano davvero troppo secondo me)
non dovevo andarci con il rischio di sentirmi dire che quello che facevo non andava bene e andava sistemato, spezzando l'ultima cosa che faccio ancora a modo mio.
Invece sono stata sciocca e sono andata all'open day di una scuola di fumetto, dove ho confutato una volta per tutte quanto sono mediocre e che è inutile ciò che disegno.
Ora si che ho toccato quel fondo tanto simile a quello che si vedeva in "shigatsu kimi no uso", dove nulla ti raggiunge, dove nessuno può ripescarti.
ps: con questo post non voglio risultare come se cercassi conforto, o sentirmi dire "che non è così", poiché la mia idea delle cose già ce l'ho.
Era solo per rendervi partecipi della mia esperienza e di non dar troppo credito ai complimenti, che non vuol dire che più ne hai allora quello che fai è giusto.
Ciò che fate fatelo prima di tutto per voi stessi aldilà di quello che pensano gli altri.
Premetto che con le parole non sono mai stata brava ad esprimermi quindi farò presto.
Nella realtà io sono una persona molto timida con il resto del mondo mentre con i miei amici il completo opposto.
Non mi piace vantarmi dei miei pregi, odio lamentarmi tranne che con i miei amici, e una cosa che sento di provare sempre di più è la mia mediocrità e il disagio nella società in cui vivo.
Io le maggior parte delle cose che so fare bene le ho iniziate da autodidatta appena adolescente, perché da sola ho sempre trovato l'atmosfera giusta per fare le cose come volevo senza preoccuparmi di altro.
Il pianoforte era una vocazione più che un obiettivo, sentivo che quello strumento mi chiamava e così iniziai a suonarlo ascoltando i cd di classica senza sapere nulla a parte la musica che sentivo.
Intuii la lettura dello spartito senza che nessuno mi diceva come fare, e al tempo internet era ancora cosa lontana quando iniziai, quindi non potei contare su di esso.
La mia professoressa delle medie era estasiata da me e mi decantava per la scuola come se fossi il nuovo mozart.
al tempo mi piaceva molto suonare il pianoforte e detestavo gli esercizi di tecnica perché li trovavo inutili quando potevo suonare quello che più mi piaceva.
il problema arrivò quando iniziai a frequentare un corso di pianoforte spinta dai tanti complimenti che ricevetti durante quel periodo.
Per carità il mio maestro era bravissimo, nulla da dire a riguardo, il problema era l'affinità tra noi due che diciamolo, non era proprio delle migliori.
tutto ciò che facevo, dalla postura all'esecuzione del brano, non era corretta anzi era tutto da risistemare.
la posizione delle mani poste piatte e poco affusolate, dei tempi che mi inventavo o non rispettavo come scritto sullo spartito.
Era umiliante, ogni giorno suonavo il pianoforte con ansia e complessi di inferiorità, mi dissi che la gente non capisce niente e che i loro complimenti erano fuorvianti.
Da quel giorno io iniziai a suonare sempre più con la sordina, perché volevo che il mio suono raggiungesse meno orecchie possibili, per carità a me piace comunque il pianoforte, ma sentendomi così mediocre smisi di suonare a modo mio e suonai cercando di leggere lo spartito con il risultato che sbaglio più note rispetto a quando si, il tempo non era perfetto, ma almeno la suonavo completa.
Tutto questo discorso per dire cosa? che da quel giorno evitai come la peste corsi di cose che mi piacevano.
Mi piace il giapponese? me lo studio da sola, mi dissi.
Per l'informatica ho fatto un anno di università e ho imparato di più su internet che a lezione dove il professore o non c'era o spiegava in linguaggio macchina...
E qui arriviamo al tasto dolente, la scuola di disegno.
Come potete immaginare ho ricevuto più volte complimenti di come ero brava a disegnare e di come avessi imparato tutto da sola, ma stavolta non mi feci fregare, io alla scuola di disegno non volevo andarci, e poi non mi sentivo poi così brava, ci sono persone che disegnano molto meglio di me e di certo io non sono un elemento che spicca tra gli altri del settore. (inoltre costano davvero troppo secondo me)
non dovevo andarci con il rischio di sentirmi dire che quello che facevo non andava bene e andava sistemato, spezzando l'ultima cosa che faccio ancora a modo mio.
Invece sono stata sciocca e sono andata all'open day di una scuola di fumetto, dove ho confutato una volta per tutte quanto sono mediocre e che è inutile ciò che disegno.
Ora si che ho toccato quel fondo tanto simile a quello che si vedeva in "shigatsu kimi no uso", dove nulla ti raggiunge, dove nessuno può ripescarti.
ps: con questo post non voglio risultare come se cercassi conforto, o sentirmi dire "che non è così", poiché la mia idea delle cose già ce l'ho.
Era solo per rendervi partecipi della mia esperienza e di non dar troppo credito ai complimenti, che non vuol dire che più ne hai allora quello che fai è giusto.
Ciò che fate fatelo prima di tutto per voi stessi aldilà di quello che pensano gli altri.
appena avrò tempo lo guarderò sicuramente :)